domenica 21 aprile 2013

Cento di questi giorni


 
Venerdì scorso ho compiuto 37 anni. Io non sono di quelle che vogliono nascondere l'età, tanto, anche se ti rifiuti di dirla, lo sai benissimo quanti anni hai, e soprattutto sai benissimo che ne mancano tre ai quaranta, e una volta che sono "anta" lo sono per sempre, a meno che uno non arrivi a cento, ma le probabilità non sono moltissime.
Comunque al lavoro mi hanno fatto la festa, nel senso buono del termine, ovviamente, ho delle amiche che ancora ti spengono la luce, ti cantano "tanti auguri" e ti fanno trovare una torta con le candeline da soffiare, perfino in ufficio. Sono riuscita pure a spegnerle con un colpo solo, che è decisamente un buon segno, ma l'aspetto migliore è che mi hanno distratto dal pensiero che sto invecchiando, perchè, a dirla proprio tutta, a me questa storia del tempo che passa, proprio non va giù.
Cambiano tante cose, con gli anni che passano, e cambia anche il modo di festeggiare i compleanni: quando ero bambina festeggiavo tre volte: una con i compagni di scuola, una con quelli del palazzo e di danza, e una con i parenti ... adesso, al massimo, entro in facebook per leggere tutte le notifiche di auguri che pullulano sulla bacheca. Comunque sono un ariete, in caso vi foste sfuggito. E non cominciate a dirmi che schifate l'astrologia e tutto quello che la circonda, neanche io vado a leggermi l'oroscopo la mattina per sapere se al lavoro devo aspettarmi qualche rogna, è ovvio che non può succedere la stessa cosa a tutti quelli dello stesso segno solo perchè a saturno girano le scatole, però le caratteristiche tipiche di alcuni segni ... dai, non può essere solo un caso. Guarda la vergine, ad esempio, ho due o tre colleghi che ne incarnano l'essenza, scrivanie maniacalmente ordinate con i pennarelli in fila, ogni cosa allineata per ordine alfabetico, sono sicura che a casa dividono le mutande per colore. Pignoli e matematici, tutti quelli che ho incontrato. Io invece, da brava ariete, sono cocciuta in modo insopportabile e rompo le palle, soprattutto a mio marito, che essendo il più vicino a me è la vittima più abbordabile. Dovrei essere anche coraggiosa, a detta degli esperti, ma gli astri hanno dimenticato di aggiungere questo ingrediente, forse per via dell'ascendente cancro, non so. Comunque, chiudendo questa piccola parentesi astrologica, io mi sento ancora 17 anni, peccato che li abbia compiuti solamente vent'anni fa, vabbè, si dice che l'età che conta è quella che ti senti dentro. Grazie a tutti degli auguri!!

lunedì 15 aprile 2013

Due cuori e un modem



Questo sabato sera mi è capitata una circostanza insolita: il marito, che per motivi più o meno di lavoro, non era con me come sempre. Lo ammetto, non ci sono abituata, e mi fa piuttosto strano, come se mi mancasse un pezzo o qualcosa del genere. Poi sento una mia amica, e guarda caso anche suo marito era fuori per lavoro. Le opzioni erano due: parcheggiarsi sul divano con la coperta sulle gambe e la gatta appollaiata a guardare per l'ennesima volta "Kill Bill", oppure improvvisare una bizzarra uscita fra donne sposate (e nel suo caso anche con prole ). Ha vinto la seconda opzione, ovviamente. Niente di che, intendiamoci, mica parliamo di uscite stile "Festa della donna" , che mi fanno anche un po' paura; in fondo qui stiamo al paesello e il massimo che puoi trovare sono due o tre pub  dove si concentra la maggior parte della popolazione. Ora non voglio far sembrare che il divano sia l'unico posto che frequento il sabato sera, ma il pub, beh quello mi mancava da un bel pezzo e come tutte le scrittrici che si rispettino, tra una chiacchiera e l'altra, mi sono soffermata ad osservare un po' la gente, a guardarmi intorno, a studiare il frequentatore medio. Tavolo doppio: due uomini; altro tavolo doppio: due donne; ancora un tavolo doppio: altri due uomini ... e così via. Adesso io vi chiedo, frequentatori della vita notturna, che diavolo mi sono persa? Insomma, lo so che è un po' di tempo che esco soprattutto insieme a coppie con bambini, ma giuro che non ne è passato poi così tanto da quando ti sedevi al pub con qualche amica e venivi subito assediata da branchi di uomini in cerca di rimorchio. Il tipo interessante potevi conoscerlo così, per caso, mentre bevevi una coca e ti mangiavi due olive ascolane, invece adesso ognuno se ne sta per fatti suoi, e non si guarda neanche per sbaglio. Così mi sono chiesta, come fai a conoscerti? e mi sono venute in mente un paio di colleghe di una decina d'anni più giovani di me che mi raccontano le loro disavventure nella ricerca dell'anima gemella: il pub si chiama internet. Badoo, Skype, Messanger, Facebook ... è lì che avviene il contatto, è lì che il soggetto con l'ormone impaziente si fa avanti, dipingendo se stesso più o meno come preferisce, esagerando, perchè no? tanto potresti non scoprirlo mai, com'è successo ad una mia amica, che per un anno (santo cielo!) ha avuto una romantica relazione virtuale con un tipo la cui foto probabilmente non era neanche veritiera, e che è riuscito abilmente a non incontrarla mai, per poi scomparire una volta mangiata la foglia. 

mercoledì 10 aprile 2013

Un diamante è per sempre






Il prossimo 26 aprile i miei nonni materni festeggeranno le nozze di diamante, che in parole povere significa 60 anni di matrimonio. Non so voi, ma io non riesco neanche a contarli, mi gira la testa e vado in stato confusionale. Considerando che buona parte di questi anni che hanno  trascorso insieme, io non c'ero ancora, ho sviluppato una certa curiosità nei loro confronti e mi piace studiarli, come fanno i ricercatori con le loro cavie da laboratorio. In fondo, diciamoci la verità, quanti altri esemplari conosciamo che abbiano raggiunto un simile traguardo? viviamo in un'epoca nella quale la parola "separato" e "divorziato" sono così familiari da non destare più alcun interesse, eppure ricordo che quando ero bambina e sentivo dire che un mio coetaneo aveva i genitori "separati", quel termine mi faceva sempre un certo effetto. Forse, come ho letto da qualche parte, è perchè ai tempi dei miei nonni le cose si aggiustavano e non si buttavano via, o forse i motivi sono da ricercare altrove. Sta di fatto che, per ovvie ragioni, i miei nonni faticano a concepire la fine di una questione seria come il matrimonio. Mio nonno, per esempio, è uno di quegli uomini vecchio stampo, che in tutti questi anni con mia nonna si è prefissato un obiettivo dal quale non si è mai distratto: renderla felice. Non ha mai dimenticato una ricorrenza,un compleanno, un anniversario, perfino un onomastico; i fiori hanno troneggiato in casa loro tutti i S.Valentino che riesco a ricordare, e quando si siedono a tavola, ancora prendono i loro bicchieri e fanno cin-cin. L'ultima volta che abbiamo mangiato insieme, mio nonno è diventato un po' malinconico pensando a questa ricorrenza, ha messo un braccio sulle spalle di mia nonna e ha detto :" sono fortunato, perchè nonnetta me la sono goduta tanto" e lei prontamente: "Ao, io ancora qui sto!". Come si fa a non adorarli? sono un mito, proprio come Vianello e la Mondaini, e gli somigliano pure, tra l'altro. Comunque, nonostante i numerosi interrogatori ai quali li ho sottoposti in questi anni, non sono riuscita ancora a capire il trucco, accidenti! mio nonno dice che ci vuole tanta pazienza, e che bisogna resistere a tutte le tentazioni. Io, ovviamente, non sono a conoscenza di tutte le sfumature della loro vita insieme, avranno avuto i loro momenti difficili, i loro periodi neri, le loro crisi come tutti noi? perchè non hanno mai gettato la spugna? ci vuole più coraggio a separarsi o a restare insieme? di una cosa sola sono certa, che mi piace prenderli come esempio, imparare da loro ... imparare a non dare per scontato chi dorme accanto a te, a non dimenticare quello che si è costruito con fatica e sacrificio, perchè gli anni passano in fretta, e poi i ricordi diventano maggiori dei progetti da fare insieme, e l'ideale sarebbe arrivare a questa fase il più serenamente possibile, senza rimpianti, senza paure.

domenica 7 aprile 2013

Ti lascio una mia foto - trama


 
Daisy Clarke si trasferisce a New York dove vive anche suo fratello con la sua famiglia, per tenersi lontana da una città che ormai le ricorda solo la cocente delusione di essere stata tradita dal suo ragazzo con la sua migliore amica. Daisy si arrangia lavorando come commessa, dividendo un piccolo appartamento con un coinquilino gay, e cercando di coltivare la grande passione per la fotografia con il sogno segreto di poter aprire un giorno uno studio tutto suo. Nel frattempo si dedica ad una relazione senza impegno con un ragazzo superficiale, credendo, ormai disillusa dall'idea dell'amore, che questa sia l'unica strada per lei. Un viaggio in Italia totalmente improvvisato, la condurrà sul sentiero di un destino imprevisto, portandola ad un incontro con una persona speciale che la farà riflettere sulla ricerca delle proprie emozioni e delle proprie paure.

Manuela is back





 Oggi mi sono ricordata di avere un blog. Non so se sia l'arrivo della primavera che mi risveglia come le marmottine di montagna, o le dita ancora calde per l'ultimo romanzo che ho scritto e appena terminato, sta di fatto che mi è venuta una voglia improvvisa ed irrefrenabile di rimettere mano a questa povera pagina abbandonata. L'ultima volta che ho scritto due righe era per raccontare la storia di un altro romanzo che avevo appena finito, è passato un po' di tempo, ovviamente ... non è che i romanzi li tiri fuori così, come un mago tira fuori il coniglio dal cilindro, ci vuole tempo, tempo per riflettere, per inventare una storia, immaginarla in tutte le sue sfumature ( non parlo di quelle "50" sfumature, preferisco evitare commenti in proposito), perchè altrimenti rischi di ritrovarti ad odiare la pagina bianca che hai di fronte, e vi garantisco che non è piacevole. Mettiamoci pure che non faccio esattamente la vita della principessa Sissi, corro ancora avanti e indietro insieme a tutti gli sfigati che come me sono costretti a fare i pendolari, quest'anno saranno vent'anni che tiro gli accidenti a Trenitalia, chissà se esiste una medaglia al valore o un abbonamento gratis a vita per chi raggiunge questo traguardo. Inoltre ci sono arrivata senza accusare esaurimento nervoso, tentativi di suicidio, gastriti o ulcere perforarti, e sono ancora viva, che non è poco. Mettiamoci inoltre che ho un lavoro, fortunatamente, che nonostante i disastri economici del nostro disgraziato paese, regge ancora, con tutte le sue forze, e mettiamoci infine che ogni tanto devo pur dedicarmi a quelle faccende che non si sa per quale dannato motivo, da secoli vengono attribuite a noi povere donne. Si, parlo proprio di pulire, stirare, cucinare, e ricordarmi di dare da mangiare alla gatta. Lo ammetto, non sono proprio la più perfetta delle casalinghe: il colletto delle camicie di mio marito non viene mai come dovrebbe (se non ci fossero queste maledette camicie il ferro da stiro lo porterei anche in cantina) e faccio la spesa di tutta la settimana in venti minuti netti, correndo tra gli scaffali come Bolt alle ultime Olimpiadi, e se il sabato mattina non mi sparo la musica a cannone nelle orecchie per fare le pulizie, mi viene la depressione e mi intristisco per tutto il week end. Eppure ci sono le mie amiche e colleghe che ti raccontano che si divertono a preparare un dolce alle undici di sera o che a mezzanotte passano lo straccio per terra (si, Ale, dico proprio a te!), io invece, diciamocelo chiaramente, tutte queste faccende le considero una perdita di tempo, perchè mi distraggo e non riesco a pensare ad un'altra storia da regalare, magari solo a me stessa, o a voi pochi ai quali piace leggermi. Ultimamente, poi, ho una certa dipendenza dalle serie tv, e ho un calendario settimanale perfettamente sincronizzato su questo tema. L'idea di partenza era guardare telefilm perchè durano solo 40 minuti o al massimo un'ora, così io e mio marito riuscivamo a tenere gli occhi aperti senza crollare sul divano con la bocca aperta, poi la cosa ha creato una vera e propria dipendenza e per me è stata anche, devo ammetterlo, una nuova forma di ispirazione. Comunque fra tutte queste cose ho trovato incredibilmente il tempo di partorire un altro romanzo, che si chiama "Ti lascio una mia foto" e spero davvero che vi piacerà. Buona primavera a tutti!!!