Io e mio marito abbiamo da poco festeggiato dieci anni
insieme. Non mi riferisco a quelli di matrimonio, ovvio, perché quelli sono
molti di meno … ma dieci anni che ci sopportiamo. Se pensiamo a quanti decenni
siamo in grado di vedere nel corso della nostra vita, ci si rende conto di
quanto tempo sia.
E' un evento che va commemorato.
Così abbiamo deciso di rompere il salvadanaio e concederci un
week end fuori. Era talmente tanto tempo che non staccavamo la spina che mi
faceva uno strano effetto anche solo il pensiero di non dovermi occupare della
casa e della cucina, e il bisogno era molto più forte dell'idea di abbondare
per tre giorni la nostra micia. Ogni volta che ce ne siamo andati per una breve
escursione, la scelta è quasi sempre caduta sulla Toscana. E' la mia terra, ne
sono innamorata da sempre, ed è l'unico posto per il quale lascerei Bracciano.
Stavolta però abbiamo optato per l'Umbria, volevamo respirare l'odore di luoghi
antichi, sentirci proiettati in un'epoca lontana, sentire sapori genuini e aria
buona. Ovviamente le nostre aspettative non sono state smentite.
Già dall'alberghetto
dove eravamo stati indirizzati si assaporava un senso di pace, una lentezza e
un silenzio ai quali non siamo più abituati. Il resto è venuto da sé. Non so se
siano le reminiscenze degli studi scolastici con indirizzo turistico, ma in
queste circostanze mi armo di una vecchia guida del touring club che non passa
mai di moda e studio l'itinerario perfetto. Lui deve soltanto impostare il tom
tom ed affidarsi a me. Il sabato mattina eravamo già svegli praticamente
all'alba, considerando la stagione invernale è necessario sfruttare le ore di
luce il più possibile, cosa che fa assomigliare la vacanza ad una specie di
settimana bianca più breve, e che può risultare problematica quando ti svegli
già tutta la settimana alle 5.30, ma basta sedersi a tavola per la prima
colazione, che si dimentica il sacrificio. A chi non piace fare colazione in
albergo? La tavola del buffet imbandita di dolci casarecci, cornetti caldi,
succhi di frutta e varietà di marmellate, mette subito di buon umore. Abbiamo
cominciato a macinare chilometri da Gubbio, l'aspetto medievale unito alla
bellezza dei paesaggi ti lascia subito senza fiato, ci sarebbe piaciuto salire
in cabinovia al monte che sovrasta il paesino, ma quando abbiamo visto che si
trattava di una specie di gabbia scoperta, beh, non ce la siamo sentita,
complice anche il freddo tagliente. Da lì siamo ripartiti alla volta del Lago
Trasimeno. Difficilmente sbaglio nella scelta del luogo da visitare, ma
stavolta, forse per la nebbia che
avvolgeva totalmente il lago (non siamo riusciti neanche a vederlo), o forse
perché si tratta di luoghi più adatti alla stagione estiva, o magari
semplicemente perché di lago ci va benissimo quello che vediamo sotto casa
tutti i giorni, non siamo neanche scesi dalla macchina. Una scusa perfetta per
sconfinare in Toscana e visitare Cortona, che per molti è soltanto il paese di
Jovanotti, ma che immaginavo fosse molto di più. Ne sono semplicemente andata
pazza. La cittadina domina uno scorcio stupendo della Valdichiana, le sue vie
s'intrecciano in salita incontrando negozi deliziosi e piccole case molto
curate, quasi tutti espongono all'esterno una varietà di fiori bianchi e rossi.
Ci siamo fermati a mangiare in un'osteria un po' nascosta, dove abbiamo
assaggiato la migliore bistecca della nostra vita (a proposito, ricordatevi di
non chiedere MAI che sia ben cotta, la ritengono un'enorme offesa … non vi
cacceranno, ma la loro espressione basterà a farvi pentire della vostra
richiesta). Abbiamo ripreso la marcia in salita dopo un pasto abbondante e una
discreta quantità di vino rosso (non parlo di me, sono astemia), lo scopo era
raggiungere a piedi il santuario di Santa Margherita, una sfida che per me,
notoriamente pigra, era assolutamente da vincere. Il paesaggio mozzafiato che
si può apprezzare da quell'altezza ti ripaga senza dubbio della fatica
accusata, da lassù puoi ammirare cipressi a perdita d'occhio, tonalità
differenti di verde che non sapevi neanche esistessero, diversi animali al
pascolo (l'unico suono udibile lo scampanellìo dei loro campanacci), un piccolo
cimitero recintato e il fumo che esce dai vari comignoli disseminati per la valle.
Non c'è niente da fare: Toscana batte Umbria.
La sera avevo perso l'uso delle gambe, ma non ha importanza.
Il giorno dopo abbiamo dovuto recuperare un po' di energia
per l'ultima tappa che ci eravamo prefissati: Todi e Spoleto, in particolare,
volevo assolutamente trovarmi sul Ponte delle Torri, che non avevo ancora avuto
modo di ammirare. Il sole non ci ha accompagnati, ma la missione è stata
portata a termine. Stavolta abbiamo pranzato in una taverna tipica spoletina,
dove abbiamo assaggiato gli stringoli al pomodoro (somigliano a spaghetti
conditi con un sughetto piccante, semplice ma efficace) , ovviamente non
potevamo andarcene senza fare tappa in una norcineria del posto, dove una
vecchietta che mangiava di nascosto cioccolato sotto il bancone, ci illustrava
con estrema nonchalance prodotti come i “coglioni” di mulo e le “palle” del
nonno. Abbiamo fatto incetta di salumi e formaggi stagionati, oltre all'olio
grezzo, ovvio. Siamo tornati a casa con l'ansia di trovare tutto distrutto dalla
nostra micia arrabbiata per essere stata abbandonata, la piccola peste aveva
praticamente finito tutto il cibo disseminato nei piattini che avevo lasciato
in giro e aveva riempito di peli il cuscino della sedia più vicina alla porta
d'ingresso, dove probabilmente ha aspettato a lungo il nostro ritorno! Povera
piccola! Mi farò perdonare facendole assaggiare i prodotti locali che ho
riportato indietro!!
Ottimo come al solito, anche io amo quei posti e grazie a te questa sera mi sono fatto volentieri un giretto fuori dalla nostra, stressante, città.
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