domenica 2 giugno 2013

Attimi di un'estate ritardataria



Mi addormento lasciandomi alle spalle una cupa giornata invernale, mi sveglio annusando la primavera. C'è un sole timido che si affaccia tra soffici e candide nuvole, probabilmente un'illusione di breve durata ... per questo cerco una spiaggia deserta sulle sponde più remote del mio lago, perché non mi arrendo ad un'estate che non vuole arrivare e non smetto di cercarla, finché ne avverto il respiro, in lontananza. La spiaggia è umida a causa delle piogge insistenti, qualcuno ha lasciato i segni evidenti di un precedente falò, mi scappa un sorriso, sa di vecchi ricordi di un'epoca così lontana da non sembrare mai esistita. La spiaggia non ha il sapore dell'estate come dovrebbe in questa stagione, ma di un luogo che aspetta di prendere vita, pazientemente.
Un paio di pescatori attendono pigramente che abbocchi qualcosa, c'è un uomo che in un attimo si spoglia e si tuffa, senza pensarci troppo, mi provoca un leggero brivido. Un padre tiene per mano il suo bambino sfiorando appena l'acqua gelida con i piedi, hanno lo stesso cappello e la stessa maglietta, e osservano un paio di cigni che sfilano maestosi. Farfalle variopinte volano tra le numerose margherite, mentre io trovo un piccolo scoglio dove riposare i miei pensieri. L'aria è tiepida e mi sfiora appena il viso, tra poco tutto tornerà a correre, con la sua folle ed inspiegabile frenesia, ma per adesso è pace, per adesso è silenzio.

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