Raccontare...

Quando ho raccontato la mia prima storia avevo circa otto anni e una vecchia Olivetti dai tasti troppo rumorosi. Spesso mi fermavo in ufficio da mia madre, che faceva la segretaria, e approfittavo della sua macchina da scrivere elettronica, anche solo per il gusto di riempire una pagina bianca, magari per scrivere com'era andata la giornata a scuola. Crescendo ho scoperto che mi piaceva inventare storie, che vivevo interamente nelle mia mente prima di riversarle su carta, e che avevano quasi sempre come protagonista una ragazza romantica alle prese con le avventure della vita.

Non ricordo più quanti racconti di questo tipo sono nati in quegli anni, ricordo che li spillavo insieme e che aggiungevo un disegno fatto da me alla fine di ogni capitolo. Qualcuno è ancora nella mia libreria, mangiucchiato dalle tarme. Quella passione è cresciuta insieme a me; l’emozione di riuscire a riempire una pagina bianca esattamente nel modo che desideravo, è per me una soddisfazione indescrivibile.
Sono dovuti passare diversi anni prima che trovassi dentro di me il coraggio di sottoporre i miei lavori a qualcuno, un amico o magari un parente, e superare quindi quella barriera di timidezza e paura che assale spesso gli scrittori alle prese con le prime critiche.
Ora sono qui, a cercare di trasmettere a chi legge i miei racconti, la stessa emozione che provo io nel creare i miei personaggi, le loro vite, le loro esperienze. Sarete voi a dirmi se ci sono riuscita.