martedì 14 agosto 2018

oggi mi piacerebbe...














Oggi mi piacerebbe andare a trovare la bambina che ero. Vorrei bussare alla porta di quella camera minuscola, con i poster degli Europe e dei Bros alle pareti, e trovarla lì, su quello sgabello giallo, con i capelli lunghissimi e i vestiti troppo larghi, intenta a consumare i polpastrelli delle dita sulla sua olivetti manuale. Mi siederei sul lettino e la osserverei, mentre si sporca le mani con l'inchiostro e armeggia col bianchetto, senza mai staccare gli occhi dal foglio, se non per sbirciare ogni tanto fuori dalla finestra, distrattamente. Mi piacerebbe avvicinarmi a lei e sussurrarle nell'orecchio di continuare così, di non smettere mai, neanche quando le diranno che certi sogni sono difficili da raggiungere, che tanto scrivono tutti, che non serve a niente. Mi piacerebbe raccontarle che un giorno sarà una donna forte anche se adesso non ci crede, che passerà qualche disavventura, che l'amore non sarà sempre come le piaceva descriverlo nei suoi piccoli racconti, ma che proprio grazie a questo, imparerà a non aver paura, che la vita sarà una grande ispirazione, che tanta gente leggerà le sue storie, che poi, in fondo, andrà tutto bene.

Nubi prepotenti









Nubi prepotenti e capricciose 
si portano via il primo pezzo
di un'estate troppo breve. 
La mia pelle accoglie
con un brivido di stupore 
la sferzata di un vento
sfuggente e disorientato,
che viaggia in compagnia
di pesanti gocce di pioggia
e di tuoni che scuotono la mia anima tremante.
Vorrei trattenere il calore dell'estate,
saperne conservare una riserva
nella parte più nascosta del cuore,
al sicuro e al riparo dalle insidie dell'inverno,
un luogo dove poterla andare a trovare sempre, 

dove è facile riuscire
a sopportarne l'attesa
nelle stagioni difficili,
dove il sole possa sempre
riscaldare le nostre vite,
come la fiamma di un grande amore,
che ci accompagna tutti i giorni.

Amo..














Amo le tende che danzano cullate 
da dolci venti, 
amo la lentezza dei pomeriggi estivi,
l'odore delle pagine di un libro che ancora non conosco, 

ma che presto mi farà sognare.
Amo il coro di cicale che, nascosto chissà dove, 

accompagna quel lieve torpore.
Così dovrebbe essere la vita,
la leggerezza di una bolla sospesa,
lontana dal chiasso di voci assordanti,
come una culla di sogni da cui lasciarsi trasportare.

Avevo dimenticato














Avevo dimenticato quel senso di pace che ti avvolge 
se ti fermi ad osservare un cielo notturno 
abbastanza a lungo da cominciare a contare le stelle. 
L'immensità di quel manto nero, puntinato di piccole luci pulsanti, 
sta lì a ricordarci quanto minuscoli siano i nostri cuori, 
anche se fanno parte anch'essi del suo più profondo mistero. 
Rapidi satelliti sfrecciano mimetizzandosi col firmamento, 
le luci intermittenti degli aerei si incrociano indifferenti, 
chissà dove vanno, chissà chi trasportano. 
Le stelle cadenti sono più rare e preziose, 
forse perché i desideri non si avverano tanto spesso, 
e mentre un esercito di grilli fa da colonna sonora a questo spettacolo, 
io, come sempre, inseguo sogni nuovi, tra quelle strade fatte di luce.

Emozione e curiosità














Ci sono tante cose che provocano emozione e curiosità, quando qualcosa che hai scritto, esce dal tuo cassetto e va in giro tra la gente. Io, per esempio, cerco di immaginare le persone con il mio romanzo tra le mani. Le immagino al mare, che magari lo tirano fuori dalla borsa, sepolto sotto creme solari e qualche pareo, per poi mettersi a leggere in relax, all'ombra o sotto i raggi del sole rovente. Le immagino in treno, in metro, con il naso nascosto tra le pagine, mentre magari gli scappa un sorriso che suscita sguardi curiosi degli altri passeggeri. Oppure le immagino in una fredda serata invernale, su un comodo divano ad accarezzare un gatto, con la coperta sulle gambe e una tazza di tè. Chissà dove lo tengono, quando non lo leggono, magari sul comodino, o su uno scaffale in compagnia di altri libri, ripromettendosi di leggerlo quando ne avranno il tempo. In ogni caso è come se una parte della mia anima uscisse da me stessa, per provare a regalare qualcosa agli altri, e di questo, ne sono certa, non c'è emozione più grande.

Amo il mare











Amo il mare di buon mattino, 
quando la sabbia è ancora umida 
e l'andirivieni delle onde così lento, 
da far pensare che stentino a destarsi. 
Il loro ritmico scrosciare, e il richiamo dei gabbiani inquieti, 
è tutto ciò che la mia anima ha voglia di ascoltare. 
E quando il suo colore si sposa con l'immensità del cielo, 
come fosse la tavolozza di un pittore romantico, 
allora ti ricordi di quanta felicità può darti tanta bellezza, 
se guardi un po' di più, se guardi da vicino. 
E se tendi bene l'orecchio sicuramente lo ascolterai, 
quel canto tormentato ma anche melodioso, che chiamiamo vita.

Mi piace, dopotutto














Mi piace, dopotutto, questo cielo instabile. 
Mi fa pensare all'imprevedibilità della vita, 
a tutte le cose che vorresti ma non puoi controllare. 
Mi incanta il mutare dei colori delle nubi, 
che danzano tra loro mescolando il rosa di un tramonto nascosto, 
al minaccioso nero dell'ennesimo temporale. 
Volubili come le nostre anime inquiete, 
leggere come piume che fluttuano nel blu, 
sfuggenti come solo un universo incomprensibile può essere.