venerdì 12 ottobre 2018

11 settembre














Fa ancora male, dopotutto. Dopo 17 anni, così tanti che ti chiedi come siano passati, soprattutto per chi quel dolore se lo porta dietro come un'ombra maledetta. L'unico giorno di cui tutti continuano a ricordare dove fossero, cosa stessero facendo, cosa avessero provato. L'epoca degli smartphone, dell'adsl, dell'informazione veloce, era ancora lontana. Io ero al lavoro e non avevo avuto modo di vedere nulla fino a tarda sera, e quando i miei occhi sono caduti sulle schermo del televisore, ho pianto. Non era uno di quei film catastrofici che conoscevo a memoria, e nemmeno uno di quegli incubi dai quali ti svegli felice di aver solo sognato. Quella era la realtà, e ti catapultava in quella consapevolezza che niente sarebbe stato mai più come prima, che qualcosa si sarebbe rotto dentro, per sempre. Per un attimo abbiamo creduto che semplicemente il mondo fosse finito, ma poi tutto è andato avanti, con le nuove paure che ormai fanno parte del nostro quotidiano, con le conseguenze che tutti hanno dovuto affrontare. Oggi ricordiamo ancora, perché è importante, anche se fa male, anche se certe fratture non si aggiustano più, anche se vorremmo non aver mai visto quello che abbiamo visto.

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