venerdì 28 dicembre 2018

Cari adolescenti

Eh lo so, cari adolescenti, che ci vedete vecchi. Vi sembra strano pensare che abbiamo passato più della metà della nostra vita senza un telefono in mano, che se cercavi qualcuno, e lo cercavi veramente, dovevi procurarti una cabina o uno di quegli apparecchi che solo per digitare il numero con la rotella perdevi l'uso delle dita. Lo so che vi fa strano pensare che quando ti davi un appuntamento aspettavi sulla fiducia, e che si scriveva con carta e penna, e quando ricevevi una lettera era un'emozione fortissima. Lo so che vi fa strano pensare che per noi la musica non era il rap o il trap, che non la potevamo scaricare da spotify ma bisognava usare un ingombrante apparecchio che si chiamava giradischi, e che aveva una puntina che scorreva sul vinile, provocando un affascinante fruscio. Avevamo le cassette, cari adolescenti, che il nastro si attorcigliava sempre e per ascoltare il pezzo che ti piaceva dovevi riavvolgerlo a caso. Se volevamo vedere un film più di una volta c'era il lettore vhs, altrimenti aspettavamo che lo passavano in tv dopo averlo letto in programmazione su tv sorrisi e canzoni, e questo ci rendeva estremamente felici. Avevamo la pazienza di aspettare, noialtri, un appuntamento, una telefonata, una canzone alla radio, il momento giusto per il primo bacio, per il primo amore, per diventare grandi. La nostra vita non si contava in like, lo smile era una faccia su una maglietta, il selfie era una parola sconosciuta, e il mondo era solo reale, e non virtuale, eppure, giuro, ci siamo divertiti un sacco, così tanto che mi piacerebbe prendervi tutti per mano e portarvi laggiù, in quell'epoca lontana, di cui forse, un pochino, avreste bisogno.

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