giovedì 26 gennaio 2012

Scappo dalla città, in salita...




Io e mio marito abbiamo da poco festeggiato dieci anni insieme. Non mi riferisco a quelli di matrimonio, ovvio, perché quelli sono molti di meno … ma dieci anni che ci sopportiamo. Se pensiamo a quanti decenni siamo in grado di vedere nel corso della nostra vita, ci si rende conto di quanto tempo sia.
E' un evento che va commemorato.
Così abbiamo deciso di rompere il salvadanaio e concederci un week end fuori. Era talmente tanto tempo che non staccavamo la spina che mi faceva uno strano effetto anche solo il pensiero di non dovermi occupare della casa e della cucina, e il bisogno era molto più forte dell'idea di abbondare per tre giorni la nostra micia. Ogni volta che ce ne siamo andati per una breve escursione, la scelta è quasi sempre caduta sulla Toscana. E' la mia terra, ne sono innamorata da sempre, ed è l'unico posto per il quale lascerei Bracciano. Stavolta però abbiamo optato per l'Umbria, volevamo respirare l'odore di luoghi antichi, sentirci proiettati in un'epoca lontana, sentire sapori genuini e aria buona. Ovviamente le nostre aspettative non sono state smentite.



 Già dall'alberghetto dove eravamo stati indirizzati si assaporava un senso di pace, una lentezza e un silenzio ai quali non siamo più abituati. Il resto è venuto da sé. Non so se siano le reminiscenze degli studi scolastici con indirizzo turistico, ma in queste circostanze mi armo di una vecchia guida del touring club che non passa mai di moda e studio l'itinerario perfetto. Lui deve soltanto impostare il tom tom ed affidarsi a me. Il sabato mattina eravamo già svegli praticamente all'alba, considerando la stagione invernale è necessario sfruttare le ore di luce il più possibile, cosa che fa assomigliare la vacanza ad una specie di settimana bianca più breve, e che può risultare problematica quando ti svegli già tutta la settimana alle 5.30, ma basta sedersi a tavola per la prima colazione, che si dimentica il sacrificio. A chi non piace fare colazione in albergo? La tavola del buffet imbandita di dolci casarecci, cornetti caldi, succhi di frutta e varietà di marmellate, mette subito di buon umore. Abbiamo cominciato a macinare chilometri da Gubbio, l'aspetto medievale unito alla bellezza dei paesaggi ti lascia subito senza fiato, ci sarebbe piaciuto salire in cabinovia al monte che sovrasta il paesino, ma quando abbiamo visto che si trattava di una specie di gabbia scoperta, beh, non ce la siamo sentita, complice anche il freddo tagliente. Da lì siamo ripartiti alla volta del Lago Trasimeno. Difficilmente sbaglio nella scelta del luogo da visitare, ma stavolta, forse per  la nebbia che avvolgeva totalmente il lago (non siamo riusciti neanche a vederlo), o forse perché si tratta di luoghi più adatti alla stagione estiva, o magari semplicemente perché di lago ci va benissimo quello che vediamo sotto casa tutti i giorni, non siamo neanche scesi dalla macchina. Una scusa perfetta per sconfinare in Toscana e visitare Cortona, che per molti è soltanto il paese di Jovanotti, ma che immaginavo fosse molto di più. Ne sono semplicemente andata pazza. La cittadina domina uno scorcio stupendo della Valdichiana, le sue vie s'intrecciano in salita incontrando negozi deliziosi e piccole case molto curate, quasi tutti espongono all'esterno una varietà di fiori bianchi e rossi. Ci siamo fermati a mangiare in un'osteria un po' nascosta, dove abbiamo assaggiato la migliore bistecca della nostra vita (a proposito, ricordatevi di non chiedere MAI che sia ben cotta, la ritengono un'enorme offesa … non vi cacceranno, ma la loro espressione basterà a farvi pentire della vostra richiesta). Abbiamo ripreso la marcia in salita dopo un pasto abbondante e una discreta quantità di vino rosso (non parlo di me, sono astemia), lo scopo era raggiungere a piedi il santuario di Santa Margherita, una sfida che per me, notoriamente pigra, era assolutamente da vincere. Il paesaggio mozzafiato che si può apprezzare da quell'altezza ti ripaga senza dubbio della fatica accusata, da lassù puoi ammirare cipressi a perdita d'occhio, tonalità differenti di verde che non sapevi neanche esistessero, diversi animali al pascolo (l'unico suono udibile lo scampanellìo dei loro campanacci), un piccolo cimitero recintato e il fumo che esce dai vari comignoli disseminati per la valle. Non c'è niente da fare: Toscana batte Umbria.
La sera avevo perso l'uso delle gambe, ma non ha importanza.
Il giorno dopo abbiamo dovuto recuperare un po' di energia per l'ultima tappa che ci eravamo prefissati: Todi e Spoleto, in particolare, volevo assolutamente trovarmi sul Ponte delle Torri, che non avevo ancora avuto modo di ammirare. Il sole non ci ha accompagnati, ma la missione è stata portata a termine. Stavolta abbiamo pranzato in una taverna tipica spoletina, dove abbiamo assaggiato gli stringoli al pomodoro (somigliano a spaghetti conditi con un sughetto piccante, semplice ma efficace) , ovviamente non potevamo andarcene senza fare tappa in una norcineria del posto, dove una vecchietta che mangiava di nascosto cioccolato sotto il bancone, ci illustrava con estrema nonchalance prodotti come i “coglioni” di mulo e le “palle” del nonno. Abbiamo fatto incetta di salumi e formaggi stagionati, oltre all'olio grezzo, ovvio. Siamo tornati a casa con l'ansia di trovare tutto distrutto dalla nostra micia arrabbiata per essere stata abbandonata, la piccola peste aveva praticamente finito tutto il cibo disseminato nei piattini che avevo lasciato in giro e aveva riempito di peli il cuscino della sedia più vicina alla porta d'ingresso, dove probabilmente ha aspettato a lungo il nostro ritorno! Povera piccola! Mi farò perdonare facendole assaggiare i prodotti locali che ho riportato indietro!!


1 commento:

  1. Ottimo come al solito, anche io amo quei posti e grazie a te questa sera mi sono fatto volentieri un giretto fuori dalla nostra, stressante, città.

    RispondiElimina