sabato 4 febbraio 2012

Cronaca di un giorno di straordinaria follia


Si, lo so che solo un paio di giorni fa scherzavo su questa storia del Burian e del gelo eccezionale. Invece lo abbiamo visto tutti: quello vissuto ieri è senza dubbio un episodio senza precedenti, di quelli che fra tanti anni ricorderai con i tuoi amici e tramanderai ai tuoi nipoti, del tipo "ti ricordi l'inverno del 2012? quello sì che è stato memorabile". In realtà di memorabile, per ora, mi vengono in mente solo i disagi pazzeschi che molti di noi si sono trovati ad affrontare. Partendo dal presupposto che sia stata una pessima, pessima idea quella di andare a lavorare ieri, ho voglia di raccontarvi l'odissea che ho vissuto io, certa che ce ne siano probabilmente di peggiori della mia. Giovedì notte ha cominciato a fioccare su Bracciano, una bella nevicata, di quelli con i fiocchi grandi e soffici. Ero convinta che l'indomani mi sarei svegliata sotto una coltre bella spessa, invece la neve ricopriva solo leggermente le auto e i campi intorno, così io e mio marito abbiamo deciso di avventurarci a Roma, in macchina però, perchè i treni vengono da Viterbo e sicuramente avrebbero subito disagi (ormai li conosco bene, il loro "piano d'emergenza neve" mi lasciava alquanto perplessa). 

All'andata tutto liscio, anzi, poche auto in giro, complice la chiusura delle scuole. Poi a fine mattina l'abbiamo vista tutti, la neve che timidamente ha fatto il suo ingresso in città, e ha trasformato la sua lenta discesa in una specie di burrasca. Chi poteva è fuggito, chi era in auto è arrivato a casa quattro o cinque ore dopo, chi era in bus è rientrato in ufficio perchè dei mezzi pubblici non c'era più traccia. Ho detto a mio marito: "chiudi l'ufficio e vieni a prendermi, che stasera la vedo brutta". E lui così ha fatto. Nel frattempo una mia collega, che aveva provato a prendere il treno, è tornata al lavoro perchè la linea Roma-Viterbo era completamente bloccata a Cesano. Lucio ha impiegato un'ora e mezza solamente per venire dalla Balduina e Gregorio VII, lì ha caricato me e la mia collega e siamo partiti per quella che non sapevamo ancora sarebbe stata un'odissea infinita. L'anno scorso avevamo impiegato quasi quattro ore per una situazione simile, solo che a Roma la neve era stata pochissima, stavolta ne abbiamo impiegate sette. La radio continuava a dare il bollettino infinito di una città impazzita, tutto congestionato, dalla Salaria a Tor di Quinto, dal Raccordo alla Tangenziale, e noi in fila sull'Aurelia, con le gomme termiche appena comprate. Comincia il balletto delle telefonate, i genitori si preoccupano, i nonni si preoccupano, gli amici si preoccupano, nessuno ci crede che dopo tre ore siamo ancora lì, un metro alla volta, mentre ricominciava a nevicare e sotto di noi c'era uno spesso strato di ghiaccio. Ad un certo punto siamo usciti dall'Aurelia che tra l'altro era chiusa per un incidente, e ci siamo trovati su una strada stretta e isolata, mentre un trattore davanti a noi spalava la neve e non ci lasciava passare. Un tragitto interminabile. Poi ci siamo ritrovati in un'altra strada isolata, in salita, e con i telefoni senza campo. In quel momento abbiamo pensato tutti "Ecco, si resta qui e si dorme in auto", ma il mio piccolo pilota ce l'ha fatta anche lì, mentre superavamo veicoli abbandonati e alberi che occupavano buona parte della strada. Ultimo percorso: la Braccianese. L'idea di raggiungere una strada principale mi dava conforto e speranza, invece lì è stato il momento peggiore: la neve che ricopriva i campi circostanti ha invaso la strada creando vere e proprie dune dalle quali il vento sollevava spruzzi di neve che ci impedivano di vedere la carreggiata. Quando siamo arrivati a casa ho pianto, giuro. Dubitavo che ce l'avremmo fatta e invece lui ci ha portati alla meta, se potessi lo sposerei di nuovo. Mi dispiace per i miei amici pendolari, che si sono ritrovati a camminare sui binari a piedi e hanno dormito nella caserma di Cesano, a loro è andata decisamente molto peggio. Oggi ho deciso che era ora che anch'io mi godessi la neve, e siamo usciti con i nostri comodi Moonboot per fare qualche foto e vedere i bambini fare a pallate, oggi sì che il paesaggio mi appare affascinante! Per il resto spero che la situazione rientri nei ranghi il più presto possibile, ribadendo e confermando il concetto che esprimevo la volta scorsa: bella la neve, ma al posto suo, grazie.

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