lunedì 15 aprile 2013

Due cuori e un modem



Questo sabato sera mi è capitata una circostanza insolita: il marito, che per motivi più o meno di lavoro, non era con me come sempre. Lo ammetto, non ci sono abituata, e mi fa piuttosto strano, come se mi mancasse un pezzo o qualcosa del genere. Poi sento una mia amica, e guarda caso anche suo marito era fuori per lavoro. Le opzioni erano due: parcheggiarsi sul divano con la coperta sulle gambe e la gatta appollaiata a guardare per l'ennesima volta "Kill Bill", oppure improvvisare una bizzarra uscita fra donne sposate (e nel suo caso anche con prole ). Ha vinto la seconda opzione, ovviamente. Niente di che, intendiamoci, mica parliamo di uscite stile "Festa della donna" , che mi fanno anche un po' paura; in fondo qui stiamo al paesello e il massimo che puoi trovare sono due o tre pub  dove si concentra la maggior parte della popolazione. Ora non voglio far sembrare che il divano sia l'unico posto che frequento il sabato sera, ma il pub, beh quello mi mancava da un bel pezzo e come tutte le scrittrici che si rispettino, tra una chiacchiera e l'altra, mi sono soffermata ad osservare un po' la gente, a guardarmi intorno, a studiare il frequentatore medio. Tavolo doppio: due uomini; altro tavolo doppio: due donne; ancora un tavolo doppio: altri due uomini ... e così via. Adesso io vi chiedo, frequentatori della vita notturna, che diavolo mi sono persa? Insomma, lo so che è un po' di tempo che esco soprattutto insieme a coppie con bambini, ma giuro che non ne è passato poi così tanto da quando ti sedevi al pub con qualche amica e venivi subito assediata da branchi di uomini in cerca di rimorchio. Il tipo interessante potevi conoscerlo così, per caso, mentre bevevi una coca e ti mangiavi due olive ascolane, invece adesso ognuno se ne sta per fatti suoi, e non si guarda neanche per sbaglio. Così mi sono chiesta, come fai a conoscerti? e mi sono venute in mente un paio di colleghe di una decina d'anni più giovani di me che mi raccontano le loro disavventure nella ricerca dell'anima gemella: il pub si chiama internet. Badoo, Skype, Messanger, Facebook ... è lì che avviene il contatto, è lì che il soggetto con l'ormone impaziente si fa avanti, dipingendo se stesso più o meno come preferisce, esagerando, perchè no? tanto potresti non scoprirlo mai, com'è successo ad una mia amica, che per un anno (santo cielo!) ha avuto una romantica relazione virtuale con un tipo la cui foto probabilmente non era neanche veritiera, e che è riuscito abilmente a non incontrarla mai, per poi scomparire una volta mangiata la foglia. 

Prima ti piacevi, ti chiamavi, uscivi e ti mettevi insieme ... elementare, Watson. Adesso invece ti incontri in un luogo affollato per paura di trovarti di fronte ad un maniaco omicida, poi ti rilassi, poi inizi a frequentarti, poi c'è il tira e molla del "lo cerco io o mi cerca lui?", che sostanzialmente consiste nell'aspettare un messaggio di buongiorno su Whatssap, abbinato possibilmente ad una faccina che prometta bene, tipo lancio di bacio con cuoricino rosso, a cui ti tormenti se sia il caso di rispondere subito o aspettare qualche ora, giusto per farti desiderare un po'. Ma vi rendete conto? lasciamo che una stupida faccina gialla parli per noi, per i nostri sentimenti ... crediamo che le vie infinite che si sono aperte sul Web ci aiutino a comunicare meglio, invece non ci fanno comunicare più. Per non parlare del fatto che i soggetti in questione, dopo questo inutile e straziante tentativo di capire l'interesse reciproco in base al numero degli SMS ricevuti, finiscono per stabilire quella triste e squallida regola del frequentarsi senza stare insieme, senza pressarsi, senza rotture di palle. Ma che diavolo significa? Probabilmente che io ho bisogno di aggiornarmi, ma di una cosa sono certa ... quei lupi solitari che ho visto stasera, mi sembravano tutto fuorchè felici.

1 commento:

  1. Brava Manu,
    mi piace tantissimo, ;-) siamo diventati tutti molto tristi e soli.

    Massimiliano D.

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