Noi e il comandante

Sono poche le persone che riescono a riportarmi a quindici anni in pochi secondi: Vasco è sicuramente una di queste. Ebbene sì, ieri sera c'ero anch'io, tra migliaia di persone che affollavano lo Stadio Olimpico. Eravamo davvero in tanti, là dentro, e ogni volta non posso fare a meno di chiedermi cosa può provare un artista nel salire sul palco e vedere che ottantamila persone sono lì per te, da trent'anni.Dev'essere un'emozione indescrivibile.Lo scenario, nonostante passino gli anni, è più o meno lo stesso: braccia alzate al cielo, striscioni, accendini, e i cellulari per fare le riprese. Il bello dei concerti di Vasco è che puoi guardare chi siede alla tua destra e trovare un cinquantenne, mentre invece alla tua sinistra  c'è un adolescente che canta "Albachiara" con lo stesso entusiasmo.

 Quando parte la musica e si accendono i riflettori, non posso farci niente, regredisco immediatamente a vent'anni fa, trasformandomi in una pazza scatenata sotto lo sguardo leggermente contrariato di mio marito. E pensare che non sono nuova di questa esperienza: la prima volta è stata nel '93, il Palalottomatica si chiamava Palaeur, l'acustica faceva schifo come adesso, e lui cantava "Gli spari sopra" su un palco pieno di gabbie. Ci sono tornata qualche anno dopo, e poi di nuovo due anni fa, dove ho convinto Lucio a seguirmi, e lui, con quell'atteggiamento critico tipico degli appassionati di Heavy Metal, ci era venuto per "gentile concessione", poi però un pochino si era ricreduto, l'ho visto perfino battere un piede a tempo con la musica! Comunque sfatiamo questo mito che ai concerti di Vasco è pieno di fattoni e alcolizzati, insomma, ne puoi trovare, ma nella stessa quantità di altri eventi. Beh, quella volta c'erano due tizi vicino a noi, bevevano e fumavano, fumavano e bevevano, mio marito continuava a ripetermi di spostarci più in là, io non capivo il perchè ma ho obbedito, i tizi hanno vomitato sulla schiena della ragazza davanti a loro subito dopo, e tutto il concerto hanno dormito. Quell'anno ci ho portato anche mia sorella, per regalarle l'emozione del suo primo concerto. Io invece, del mio primo concerto, mi vergogno un po' a parlarne... vabbè, lo ammetto, è stato quello di Marco Masini. Era il '91 e a noi adolescenti piaceva tanto deprimerci con "Ci vorrebbe il mare" e "Perchè lo fai", poi c'era stato anche quello di Baglioni e di Venditti, dai ... non prendetemi in giro, erano gli anni 90!!!però credo di aver compensato nel '93, quando sono partita per Modena per vedere i Guns 'n Roses, devo ringraziare mio padre per l'immensa fiducia perchè andai senza documenti, con un'amica e due suoi amici mai visti, e abbiamo dormito in macchina fuori dallo stadio. Ero perfino riuscita ad andare in seconda fila, per vedere meglio Slash, che mi piaceva da matti, ma poi non ho resistito tutto il concerto e mi sono fatta tirare fuori da quel casino da un omone vestito di nero, la mia amica non mi ha mai perdonato. Ora con il prato ho decisamente chiuso, non fa più per me. Anche per i concerti ci vuole una certa resistenza, cercare il parcheggio richiede coraggio, noi l'abbiamo trovato talmente distante che tanto valeva lasciare la macchina a Bracciano. Poi la fila per entrare (vabbè, era tardissimo, ma come al solito l'organizzazione di questi eventi lascia un po' a desiderare) e infine le tre ore di spettacolo tanto atteso. L'ho visto un po' invecchiato, il caro comandante, ma del resto, rispetto ai miei primi concerti, un po' di smalto l'ho perso anch'io. Un'ultima nota, lo striscione più simpatico: "Dimissioni respinte", e con questo ho detto tutto!