domenica 6 novembre 2011

Pioggia sui nostri sogni


Non amo il mese di novembre, e scommetto di non essere la sola. Non ci credo che vi piace vedere il sole tramontare prima delle cinque, la pioggia bagnare i panni che avete appena steso e che sono già invasi di cimici, e le magliette estive scomparire con il faticosissimo cambio di stagione nel ripiano più alto dell'armadio. Diciamo che normalmente novembre non si associa a nulla di allegro, e personalmente, dopo che circa un anno fa sono stata protagonista di un incidente d'auto con esito quasi miracoloso, lo trovo ancora meno simpatico. E' anche vero che esattamente un anno fa, più o meno a quest'ora, traslocavo armi e bagagli nella nuova casa comprata con immenso sacrificio, un evento che ci viene ricordato ogni mese dalla nostra amica banca e che ci accompagnerà per moooolti anni a venire. L'importante è non pensarci. Mai. 

Insomma, ogni volta che ti sintonizzi su un tg qualunque o sfogli il giornale meno impegnativo che puoi trovare in giro, è difficile non imbattersi in qualche catastrofica notizia riguardo il nostro futuro, che si tratti della crisi di borsa, della legge sui licenziamenti facili o del raggiungimento della pensione quando probabilmente saremo già morti. Ovviamente è facile chiedersi che se sarai talmente fortunato da riuscire a mantenere una busta paga nonostante tutto quello che ti succede intorno, probabilmente sarà difficile riuscire a godersi un po' di meritato riposo. Allora tanto vale vivere alla giornata. Siamo testimoni di un momento difficile in un paese difficile. Si muore per un intenso temporale, per il lavoro nero, perchè troppe cose non funzionano come dovrebbero, e nonostante questo ci si preoccupa di mettersi in fila all'alba davanti ad un megastore per accaparrarsi un I-phone a prezzo stracciato. Ho sentito qualcuno dire che pur di averlo, non avrebbe pagato le bollette il mese successivo. Forse non dovrebbe essere solo il clima a cambiare, in questo momento. Forse a cambiare dovremmo essere anche noi. Quanto siamo disposti a sacrificare del nostro benessere? a cosa sapremmo rinunciare, se fosse assolutamente necessario? cosa succcederà quando non saranno più i nostri nonni o genitori a garantirci un prestito lasciando il posto ad una generazione di precarietà? Lo so, siamo arrabbiati e delusi, abbiamo ereditato errori di cui non abbiamo nessuna colpa e siamo costretti a pagarne il prezzo, senza sapere in realtà cosa fare per tirarcene fuori. Ho un'amica che vive a Londra, una ragazza in gamba, con molto talento. Ogni tanto torna in Italia con quella nostalgia nel cuore che vorrebbe convincerla a tornare qui, poi ci guarda negli occhi e cambia idea: c'è troppa rassegnazione, dice lei. Mi spiega che la crisi c'è anche lassù ma c'è ancora la speranza e la voglia di mettersi in competizione, a differenza di casa nostra. Come riuscire a trovare quella speranza è qualcosa che ognuno di noi deve cercare dentro se stesso, prepotentemente e a tutti i costi ... allora proviamoci, che tanto c'è ben poco da perderci!

1 commento:

  1. novembre...un mese che non piace nemmeno a me..la crisi?!e chi non la sente di questi tempi..per fortuna non tutti cedono al benessere di ogni giorno sacrificando cose ben più importanti..è vero noi abbiamo ereditato errori..ma ci sono persone che ricoprono ruoli importanti che ne fanno di errori, e noi..solo noi come cittadini ne paghiamo le conseguenze..e giorno dopo giorno stringiamo i denti e non solo cercando di andare avanti..perchè in un modo o nell'altro dobbiamo farlo senza contare sull'aiuto di nessuno..ma cosa possiamo fare ci vuole un po di ottimismo e Manuela Retali che ci mette sempre di buon umore..Sei grande Manu..

    RispondiElimina