martedì 12 aprile 2011

a volte il destino...



Mi piacerebbe potervi dire che trascorro le giornate seduta su una terrazza, davanti ad un portatile, con una tazza di tè accanto. Invece sono una pendolare, che viaggia circa quattro ore al giorno per lavorare in un’azienda della quale fa parte da più di dieci anni. Considerando com’è pesante la vita di un pendolare (e solo chi lo ha vissuto sa di cosa parlo), e di quanto sia faticoso portare avanti un lavoro, le faccende domestiche, la spesa e tutto il resto … non vi sarà difficile immaginare come mai questa storia dello scrivere
sia stata un po’ accantonata, negli ultimi anni. Poi un giorno è successo un fatto strano: ero in ufficio e una mia collega, Annalisa, mi ha visto scrivere una e-mail; mi ha guardata stupita e mi ha detto: “Manu, ma lo sai che scrivi proprio bene?” e io, ironizzando, le ho risposto: “Ma io sono una scrittrice, non lo sapevi?”.
Da quel momento ha iniziato a tampinarmi per leggere uno dei miei vecchi racconti. Dentro di me ho pensato: “Se smette di chiedermelo, non glielo porto”, perché fino a quel momento nessuno, e sottolineo nessuno, aveva mai letto niente di mio, neanche l’uomo che stavo per sposare. Sta di fatto che Annalisa ha insistito, così mi sono fatta coraggio e le ho portato un racconto a caso. Lei mi ha riempito di complimenti, e i racconti hanno cominciato a girare tra le mie colleghe e amiche.
Qualche tempo dopo, qualcuno, non ricordo chi, mi ha detto: “Sei stata in viaggio di nozze alle Maldive, perché non scrivi una storia ambientata in un luogo esotico?”, e così, intorno a quell’idea, è nata la storia di Emily e Kevin. Quando comincio a delineare i contorni del romanzo, quando ormai l’intera storia prende vita, non c’è più niente che riesca a fermarmi, sono come posseduta. Quando ho terminato di scrivere “Il nemico più caro”, cercavo disperatamente una nuova idea, una nuova ispirazione, ma mi sono resa subito conto che non riuscivo a staccarmi da quei personaggi, che ero troppo affezionata a loro, che le cose che dovevo raccontare era ancora tante; e così ho scritto un seguito, poi un altro, e infine, l’ultimo, quello che chiude definitivamente il cerchio. Ho ancora una certa malinconia in merito ai miei due protagonisti, mi mancano, ma non ci sarebbe soddisfazione più grande nell’apprendere che vi siete affezionati a loro almeno quanto me!

1 commento:

  1. bella costanza che hai avuto.!!!
    un abbraccio Manu!
    Tullia

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