sabato 14 maggio 2011

Io e la città



New York City. La grande mela. The city that doesn't sleep. Non è un segreto per nessuno, soprattutto per chi ha letto i miei romanzi, che sono follemente innamorata di questa città. Quando qualcuno dei miei amici torna da lì con un carico di fotografie, si stupisce che sia io per prima a dire dove si trovava esattamente in ogni singola foto, come se ci fossi stata ogni anno della mia vita. Invece New York io l'ho vista una volta sola, nel lontaniiiiissimo 1985.

 Il caso ha voluto che un collega di mio padre si sposasse con un'americana, una certa Elisabeth (guarda caso!) e che ci avesse invitato, così abbiamo potuto goderci due settimane tra Boston e New York, ed un autentico matrimonio americano, dove le damigelle sono tutte vestite uguali (in questo caso color pesca), i testimoni dello sposo sono in livrea, c'è una chiesetta bianca su un prato perfettamente curato, e una fila di cantanti neri in tunica che cantano cori gospel ... si potrebbe supporre, che, vista la giovane età (avevo solo 9 anni), potessi non ricordare molto di quella vacanza, invece è incredibile come non abbia dimenticato neanche il minimo dettaglio. Alloggiavamo in un campus chiuso per le vacanze estive, che faceva molto "l'attimo fuggente", ed è stato uno spasso poterlo girare come ti pareva e piaceva, curiosando nelle aule con i banchetti, tra i viali con le siepi, nelle biblioteca. Ricordo benissimo anche quando un tizio del nostro gruppo voleva assolutamente spegnere le luci dei corridoi, e ha fatto scattare l'allarme antincendio, noi eravamo fuori in un secondo, ma i pompieri erano praticamente già lì...roba da americani! e come dimenticare di aver incontrato e fotografato Dustin Hoffman in persona che passeggiava sulla quinta indisturbato, in compagnia del suo walkman? Devo ammettere di essere molto contenta di esserci stata in quel periodo, erano gli anni 80, c'era "Saranno Famosi", i "Chips", le Twin Towers erano ancora in piedi e in cima all'Empire State Building c'era un tizio travestito da King kong che faceva l'idiota, e potevi mettergli le mance direttamente nel naso, chissà se è ancora lì! In Italia, invece, stava per aprire il primo McDonald a P.za di Spagna, e le M&Ms non si sapeva minimamente cosa fossero. I ricordi della vacanza sono ancora ben custoditi in una valanga di diapositive che mio padre adorava scattare in quegli anni, non è molto comodo volersele rivedere, bisogna tirar giù una specie di schermo da cinema, spegnere le luci e far funzionare dopo trent'anni un aggeggio diabolico, comunque non è come il digitale, ma aveva il suo fascino, quello sì. Tornando a New York, ci sarà pure un motivo se sono anni e anni che le dedicano canzoni, serie tv e soprattutto film, impossibile contare tutti quelli ambientati nella grande mela, non basterebbe una settimana: da "Colazione da Tiffany" a "Manhattan", da "Spiderman" a "Taxi Driver", dai film romantici tipo "C'è posta per te" dove fa sempre da colonna sonora una canzone degli anni 40, a quelli catastrofici, dove c'è sempre un regista sadico che la vuole distruggere. In "Sex and the City" è considerata perfino una delle protagoniste della serie; mi è rimasta impressa una puntata in cui Carrie, passeggiando, trova una grossa foglia ingiallita, la raccoglie, sorride, e se la porta via. Una mia collega, di ritorno da New York, me ne ha portata una simile direttamente da Central Park, è incorniciata e appesa all'ingresso, così, ogni tanto, posso immaginare che un giorno potrò riaccompagnarla a casa!





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