domenica 29 maggio 2011

Una storia vera



Ogni tanto abbiamo bisogno di ricordarci che le favole, come quelle citate nel mio ultimo post, esistono veramente. I miei nonni materni hanno appena festeggiato 58 anni di matrimonio. Sì, lo so cosa state pensando, la stessa identica cosa che ho pensato io: ma come diavolo hanno fatto a sopportarsi 58 anni? ho girato la domanda a mio nonno in diverse occasioni, e lui mi risponde sempre così: " A Manuè, tocca abbozzà!", che per chi non è pratico di romanesco significa più o meno "devi lasciar correre e concedere l'ultima parola". La loro è una storia d'amore nata nel 1947, l'Italia del dopoguerra, l'Italia che aveva fame, tanta fame.
Mio nonno era sottopeso e non c'erano soldi per comprare da mangiare, si faceva chilometri a piedi per comprare un chilo di sale, lui sostiene che l'espressione "attaccarsi al tram", si riferisce a quei tempi in cui non potevi permetterti il biglietto del bus, così se potevi ti attaccavi al tram da fuori, un po' come succede a San Francisco. A 17 anni imparava il mestiere di tipografo e mia nonna lavorava nello stesso posto, lui dice che c'erano 30 donne ma che sapeva di volere lei e nessun'altra, mia nonna, però, lo vedeva piccolo e rifiutava di uscire con lui. L'unica volta che ha accettato di uscire gli ha dato appuntamento davanti alla Chiesa della Garbatella dove si sono poi sposati, lui ha aspettato ore sotto il sole di agosto, all'epoca non è che potevi fare uno squillo col cellulare per sapere che fine avevi fatto, così ha saputo solo dopo vari giorni che lei era dovuta uscire con la madre e le sorelle, tempi duri per avere un appuntamento. Comunque dopo tanto perseverare sono riusciti ad incontrarsi a Monte Savello. Cosa si fa insieme quando non hai soldi in tasca? il ristorante è fuori discussione, un caffè era troppo anche quello ... così si camminava, su e giù per le strade di Roma, da Via Bissolati a Via del Corso, da Trastevere a Monteverde, chiacchierando, conoscendosi. Ve lo immaginate, migliaia di persone che si muovono per Roma a piedi, niente traffico, niente fretta. Poi è riuscito a rimediare una bicicletta, mio nonno, e la sera portava mia nonna in canna fino a casa, era talmente magra che le faceva bere un uovo crudo e un goccio di Marsala. Si sono sposati nel 1953, in quella chiesa della Garbatella, con il vestito a noleggio e il pranzo pagato dal capo che gli doveva gli arretrati. Poi via, in viaggio di nozze, che non era un volo di dodici ore per qualche posto esotico, i miei nonni sono stati a Napoli, e ci sono andati in treno. Mi sembra di vederla, la Napoli degli anni cinquanta, con una canzone di sottofondo tipo "That's Amore" e le signore che passeggiano per Via Toledo con i cappellini velettati e le gonne a palloncino. Raccontare 58 anni di matrimonio sarebbe impossibile, due figlie, quattro nipoti (io sono la prima, modestamente), le solite difficoltà della vita, un'azienda fallita, la necessità di tirare avanti (mio nonno ha smesso di lavorare l'anno scorso), pranzi di famiglia, qualche malanno, insomma, la vita. Solo che puoi voltarti a guardare l'altro lato del letto e trovare sempre la stessa persona. Mia nonna, lei sì che lo può dire di essere stata una principessa, e ogni tanto mio nonno mi guarda con l'occhio malandrino e mi dice "nonnetta m'attizza ancora", scatenando l'imbarazzo di tutti i presenti, poi prende il bicchiere, lo avvicina al suo e dice "cin cin Lellè", e allora capisci cos'è l'amore. Veramente.
Il giorno del mio matrimonio mio nonno mi ha letto una poesia, temevo che sarebbe stata una di quelle strappalacrime, invece è stato il momento più bello della giornata. Voglio regalarvela:
" Finarmente er sogno s'è avverato, ve sete messi mò l'anelli ar dito, così partite allegri e soridenti, alla faccia degli amici e dei parenti; er bello delle nozze è proprio questo, de fasse un viaggetto core a core senza contà li giorni e pure l'ore. Ma quanno aritornate questo è er bello, de mettere d'accordo guarda caso a chi fa questo e chi fa quello. Ma er segreto pè nun litigà quasi è scontato, dà retta a chi da un pezzo c'è passato, io co tu nonna d'anni so 56, er padrone so io, ma chi comanna è lei! perciò l'augurio che ve faccio in fonno in fonno, è de batte er recorde de nonno!"

2 commenti:

  1. Ma è possibile che riesci sempre a farmi piangere?!?
    Questo post è meraviglioso, così come è meravigliosa la storia dei tuoi nonni...e aggiungo anche dei miei...sono 54 anni (credo o forse 55) che sono sposati ;-)
    La poesia di tuo nonno è scritta con il cuore ed è questo che mi ha commosso!
    Evviva i nonni...sono la fortuna dei nipoti...almeno nel mio caso si può dire! Da loro sono sempre stata servita e riverita ma questo Manu lo sà bene :-)

    RispondiElimina
  2. Come sempre.... bellissimo, con tutto il cuore.
    Continua così .... un abbraccio

    RispondiElimina